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L’intelligenza artificiale e le scelte di Leone XIV per il lavoro e i diritti
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 10/05/2025
L’elezione del cardinale Prevost è stata in parte una sorpresa. Ora, le domande: continuità o discontinuità rispetto a papa Francesco? E alla fine che importa a un non credente? Il tempo risponderà. Già traspare, però, una sostanziale continuità su temi essenziali. Ricorre più volte in piazza San Pietro il riferimento alla pace, «disarmante, disarmata, umile, perseverante». Ricorrono le parole «dialogo» e «ponte», con la Chiesa missionaria, la carità, la vicinanza a chi soffre in primo piano. L’omelia di venerdì 9 maggio richiama «l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco». Siamo all’opposto dei muri, delle deportazioni, dei morti in mare, dell’indifferenza per gli ultimi. Non a caso, in Usa l’ultradestra attacca l’elezione come la scelta peggiore per il movimento Maga, mentre l’opposto fronte liberal vede un possibile antagonista di Trump sullo scenario mondiale. È indicazione significativa per il futuro il nome Leone XIV, come lo stesso papa conferma parlando ai cardinali due giorni dopo l’elezione. Ci riporta a Leone XIII e all’enciclica Rerum Novarum del 1891, che assume a oggetto la “questione operaia … al fine di mettere in rilievo i principi con cui, secondo giustizia ed equità, si deve risolvere”. È la prima grande enciclica sociale della Chiesa, che si inserisce nell’epocale passaggio tra il XIX e il XX secolo. Basta pensare che nel 1892 nasce il Partito socialista italiano. Con quella enciclica Leone XIII non esita a immergersi nel sociale, prendendo posizione con forza. Emerge la centralità del lavoro come strumento essenziale della dignità della persona. Leone XIV ci annuncia una enciclica sull’intelligenza artificiale, così cogliendo lo snodo essenziale della nuova rivoluzione industriale del nostro tempo, primario campo di battaglia oggi e domani per la dignità della persona e la giustizia sociale. Leone XIV dovrà ovviamente misurarsi con problemi etici, ma non solo. Incontrerà la resistenza a regolazioni restrittive di giganti del web e di soggetti in cerca di egemonia globale come Stati Uniti e Cina. Un confronto certamente difficile. Ma intanto cogliamo per noi che la scelta del nome, centotrenta anni dopo la Rerum Novarum, richiama temi fondativi della Costituzione del 1948 che sono anche oggi tra i punti focali del confronto politico. Citando l’enciclica, abbiamo qui e ora una questione che secondo giustizia ed equità, si deve risolvere. In specie nel Mezzogiorno. Ne sentiamo l’eco su queste pagine nel richiamo del cardinale Battaglia ai Sud d’Italia e del mondo. Le ragioni di un nome. Capiamo bene che per la Chiesa l’elezione di Leone XIV può essere stata anche una mediazione su temi sensibili e divisivi. Ma il senso della scelta del Papa è testimoniato non solo dalle (poche) parole fin qui pronunciate, ma dalla sua vita. Per dirne una, dai venti anni nella difficilissima realtà del Perù. Con la politica italiana vediamo un nesso – non il solo - che interessa anche i non credenti. È dato dai cinque referendum dell’8 e 9 giugno. I quattro sul lavoro sono diretti a ricostruire per lavoratrici e lavoratori proprio quella dignità di cui si discute, ripristinando condizioni minime di giustizia ed equità spesso negate nell’odierno svolgersi dei rapporti di lavoro. E come contestare che il referendum sulla cittadinanza sia volto a costruire un ponte, o quanto meno ad abbassare un muro che oggi si frappone al pieno godimento dei propri diritti da parte di una vasta platea, cui non può imputarsi alcuna responsabilità? Qualcuno dirà che vogliamo tirare il Papa per la giacca. Niente affatto. La Chiesa di Francesco non aveva timore di toccare questioni economiche e sociali, e punti sensibili nel confronto politico. Ad esempio, è accaduto con la questione dell’autonomia differenziata, contro la quale – e ne ho scritto su queste pagine - la Chiesa, in specie meridionale, ha parlato con chiara fermezza. Crediamo che quel dissenso abbia favorito la travolgente raccolta di firme referendarie, purtroppo caducata da una sentenza della Consulta sbagliata e non condivisibile (10/2025). Se, come vogliamo pensare, c’è continuità tra la Chiesa di Leone XIV e quella di Francesco, ci aspettiamo un effetto analogo l’8 e il 9 giugno. Andiamo pure al mare, ma non quando vorrebbe la destra. Dopo aver votato.
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