HOME
|
ARTICOLI
|
DOCUMENTI
|
FORUM
|
COMITATI TERRITORIALI
|
INIZIATIVE
|
DOVE FIRMARE
|
MATERIALI
votare informati
vademecum
contatti
banchetti
video
adesioni
Villone "Scelta non condivisibile e un po' cerchiobottista ma il comitato ora si scioglierà"
di Gabriella Cerami da la Repubblica del 21/1/2025
Massimo Villone, da giurista e membro del comitato che ha promosso il referendum contro l'autonomia, si aspettava la bocciatura del quesito da parte della Consulta? «Ho sempre pensato che fosse possibile un orientamento della Corte costituzionale per l'inammissibilità. Tanto è vero che ho sollecitato i ricorsi in via prioritaria da parte di alcune Regioni, che hanno sollevato questioni di legittimità e su cui poi la Consulta ha inciso in maniera molto approfondita». Lo ha fatto con la sentenza 192, che ha smontato in parte la legge sull'autonomia. È per questo che la Corte ha bocciato il referendum? «Non è vero che la legge è stata smontata, alcune parti sono state dichiarate illegittime e su quelle non si discute. Però sono solo alcuni punti mentre l'impianto complessivo rimane in piedi e infatti la Corte rigetta la richiesta di illegittimità totale accettando solo alcuni specifici profili di incostituzionalità. Per questo sarebbe stato importante celebrare il referendum». Per la Consulta però l'oggetto e la finalità del quesito non erano chiari. «Un argomento che potrei comprendere per un quesito parzialmente abrogativo, ma il nostro lo era totalmente. Inoltre, a seguito della sentenza della Corte, la legge Calderoli sopravvive e il nostro referendum puntava a cancellare l'intera legge. La Corte vuole tutelare la libertà di voto dell'elettore che richiede un quesito chiaro, ma toglie all'elettore il diritto di votare». Tuttavia, secondo i giudici della Consulta, smontata la legge, il referendum porterebbe ad esprimersi direttamente sulla Carta che può essere invece solo oggetto di una revisione costituzionale. «Mi sembra una presa di posizione singolare. Se si fosse lasciato in piedi il referendum ci sarebbe stato un incentivo più forte affinché il Parlamento seguisse le indicazioni della Consulta, che dà la sua lettura dell'autonomia differenziata». Adesso quali sono i rischi? «Che venga meno la spinta a una revisione della legge Calderoli, che quindi ci sia un adeguamento meno convinto e meno tempestivo, una lettura più debole rispetto alle indicazioni che sono state date con la sentenza 192». La maggioranza di governo esulta. Dice che non siete stati capaci di scrivere i quesiti. «La bocciatura non dipende da noi. La Corte ha assunto una posizione un po' cerchiobottista, doveva pensarci di più. Ha voluto tenere dentro troppe cose diverse senza guardare al punto decisivo che investe il futuro del Paese nei suoi assetti fondamentali. Era e sarebbe giusto consentire al popolo sovrano di esprimersi. Così si reca danno all'istituto del referendum abrogativo». Adesso, come comitato referendario, chiederete di essere coinvolti nella riscrittura della riforma? «Credo che il comitato referendario possa opportunamente sciogliersi per la totale inerzia che ha mostrato in questi mesi». In che senso? «Mai visto un comitato promotore che abbia promosso meno di questo».
newsletter