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Autonomia, il “pacco” del governo
di Massimo Villone da la Repubblica Napoli del 29/9/2024
Sono giunte in Cassazione 1491488 firme per l’abrogazione della legge Calderoli. La cifra è nota, ma piace scriverla per assaporare il risultato straordinario in sé, ed anche per rispondere al malevolo commento del ministro sulle firme raccolte “dal divano”. I banchetti superano di quasi 200000 le firme online. Mentre il referendum sulla cittadinanza raggiunge la soglia di 500000 in pochi giorni. I leghisti sono allergici ai referendum. Già un Calderoli stizzito aveva commentato che la disciplina del voto popolare andava ripensata, dato che l'eccessiva facilità poteva addirittura recar danno all'istituzione parlamento. Ora rincara la dose il leghista Borghi. Lo leggiamo in rete: «Se si mette la firma digitale allora anche uno che vuol abolire il cappuccino se ha abbastanza followers si può svegliare e con quattro click ci si arriva». Quindi o si alza il numero delle firme - difficile, va modificata la Costituzione - o si cancella il voto digitale. Annuncia quindi una proposta di legge per la cancellazione. Grazie, Borghi. È bene capire a fondo quali personaggi ci governano. Ecco cosa pensano della partecipazione democratica, mentre vogliono rivoltare il paese come un calzino (copyright Meloni) con mirabolanti riforme. Tra queste c’è l’Autonomia differenziata (AD), che promette per il Mezzogiorno un Eldorado fatto di responsabilità degli amministratori, efficienza, risparmi di spesa e migliori servizi. Ma a costo zero, e con sostanziale conferma della spesa storica. Tutti e tutte al Sud siano avvertiti. Quando qualche esponente della destra proporrà quell’Eldorado, si chieda: ma costruirete l'asilo nido nel mio comune, che non ne ha? O il pronto soccorso che non c'è? O palestre e laboratori per le nostre scuole? E il tempo pieno per i nostri studenti? Farete arrivare nella stazione ferroviaria l’Alta velocità o almeno il raddoppio dei binari? Ci darete nelle amministrazioni il personale che non c'è? E così via. Il ministro Calderoli ha reso il 25.09 una lunghissima audizione (oltre 50 minuti) nella Commissione bicamerale per il federalismo fiscale, in cui ha toccato anche l’AD. Una cosa colpisce, nel torrente di parole e di citazioni normative. Non ha mai detto che il governo assume come priorità la riduzione delle diseguaglianze e dei divari territoriali, o indicato politiche o risorse attraverso le quali perseguire tale obiettivo. Mentre ha tentato di smentire, senza però poterla negare, la notizia che nel Clep presieduto da Sabino Cassese una linea di lettura vorrebbe differenziare i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) «in base alle caratteristiche dei diversi territori, clima, costo della vita e agli aspetti sociodemografici della popolazione residente». Si è avviata una dura polemica. È la via breve per i Lep a costo zero, che frantumerebbe il paese tra divari e diseguaglianze non riducibili, aprendo all’AD per tutte le 23 materie previste, e non solo per quelle non-Lep. Sulle quali Calderoli ha confermato che il negoziato già parte (si dice il 3 ottobre). Ha sottolineato che il Clep ha compiti istruttori mentre le scelte spettano ai decisori politici. Lo sappiamo, ma con quelli sul ponte di comando la cosa non ci rassicura. Bene hanno fatto le opposizioni ad attaccare nella Commissione bicamerale (Aloisio, De Cristoforo, Guerra) o con interrogazioni (Sarracino). Bisogna incalzare il governo affinché renda note le carte, al fine di uno scrutinio scientifico e di opinione pubblica. Le rappresentazioni oniriche fin qui consegnate dalla destra sull’AD, prive di qualsiasi serio argomento a sostegno, vanno respinte. Il referendum apre uno spazio di discussione. Si aggiunge la Consulta, che pare fisserà una seduta sui ricorsi delle Regioni tra il 12 e il 13 novembre. Diremmo a Napoli che abbiamo pacco, paccotto e contropaccotto. Il pacco è dato dalle vuote promesse della destra nelle elezioni del 2022. Il paccotto viene dalla maggioranza che propone l’AD e un falso Eldorado per il Mezzogiorno. Il contropaccotto sarà dato da elettrici ed elettori che - disvelati gli inganni - toglieranno voti alla destra nelle prossime competizioni elettorali. Per il cappuccino, lasciamo un sospeso al bar per Borghi e i suoi.
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